NON È PER SEMPRE

di Lorenzo Parolin[L8/513]

- Perché il male ha sempre successo pur avendo torto marcio? Ha forse mano libera sui buoni?
- No; io credo piuttosto che sia un’esigenza di selezione. Se uno fosse buono al 50% e cattivo per il restante 50%, Dio non saprebbe dove mandarlo. Se invece ha il tempo di fare e rifare il male, scegliendo ogni volta di vincere con l’inganno, fa una scelta netta di campo, e tesse la sua condanna con le sue mani.
La vita ha proprio lo scopo di dare la possibilità a tutti di allontanarsi dalla mediocrità: di diventare o caldi o freddi.
Ovviamente, ogni male fatto, è a spese di qualcuno.
- Capisco, ma perché il male deve ricadere proprio sui buoni?
- Ritengo che il motivo sia sempre lo stesso: per dare l’opportunità ai tiepidi, soffrendo un po’, di espiare parte delle loro malefatte e di diventare decisamente più buoni. Un’anima con un 20% di miserie e buona all’80%, pur non essendo perfetta è decisamente candidata alla salvezza.
Perché il male possa essere punito, deve essere evidentemente malvagio, cioè deve fare danni. E perché il bene possa essere premiato deve raffinarsi, sopportando e riparando un po’ di danni fatti dal male. Col male, dunque, bisogna convivere!
Fino a che si è in tempo, conviene ravvedersi e cambiare vita!
Tu puoi scegliere di vincere abusando del prossimo, ma vincere non basta, bisogna anche non fare il male. Ciò che serve per vivere va ricavato da un lavoro onesto. Se lo ottieni con la forza e con l’astuzia, sarai punito.
L’uomo non vuol prendere in considerazione che il male vada evitato, anzi, lo esalta come un bene e si esalta nel farlo. Ma la pacchia non è per sempre!
Se non sei disposto a soffrire e a voler bene in risposta al male non potrai trovare la gioia e non potrai salvarti. La via della croce è il male minimo che porta alla salvezza. Accontentiamoci di quello che il crocifisso ci ha detto con autorevolezza, e fidiamoci di lui. L’alternativa è la perdizione.

 

[rif. www.lorenzoparolin.it L8/513]